Italian Journal of Wound Care 2017; 1(2):79-84

Debridement con ultrasuoni nel trattamento delle ulcere sclerodermiche

Autori
  • Antonella Marcoccia
  • Carlo Salvucci
  • Tina D’Alesio
  • Tarquinia Nuzzo
  • Anoush Vartanian
  • Tiziana Guastafierri
  • Maria Grazia Modesti
Abstract

Il debridement è una fase cruciale del processo di guarigione dell’ulcera. Consiste nella rimozione dal letto della ferita del tessuto
devitalizzato al fine di favorire il processo di riparazione. Le ulcere microangiopatiche in generale e le ulcere sclerodermiche in particolare sono estremamente dolorose, molto reattive e non disposte ad accettare trattamenti locali aggressivi di tipo meccanico e in particolare chirurgico capaci di promuovere una reazione flogistica con evoluzione necrotizzante. Per l’eliminazione del tessuto devitalizzato è preferito un debridement autolitico o enzimatico che si associa a lenti tempi di guarigione con il rischio di insorgenza di complicanze flogistico infettive che rallentano ulteriorermente il processo di guarigione con alto rischio di gangrene e amputazioni. Il debridement con ultrasuoni utilizza basse frequenze di ultrasuoni che mostrano avere tre effetti clinici: rimozione atraumatica selettiva nel tessuto devitalizzato, stimolo rigenerativo del tessuto sano, attività antibatterica. Abbiamo paragonato il tempo di guarigione, il tasso di infezione e il dolore procedurale del debridement con ultrasuoni rispetto al debridement autolitico nel trattamento delle ulcere sclerodermiche. È emersa l’evidenza che il debridement con ultrasuoni riduce il tempo di guarigione, la necessità di terapia antimicrobica, il dolore procedurale e conseguentemente il costo del servizio sanitario nazionale, implementando la qualità di vita del paziente.

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